Nella quasi totale ignoranza degli italiani, a Trieste, nel parco del Castello di Miramare, ospitati nel Centro per la salvaguardia del colibrì, vivono 80 colibrì. Il colibrì è l’uccello più piccolo del mondo. Alcune specie misurano meno di tre centimetri. Passano il tempo volando di fiore in fiore, suggendo il nettare con il loro becco lungo e sottile e contribuendo all’impollinazione. Tutto questo in America del Sud.
In Italia ci sono arrivati, sembra, come dono del Perù. Per mantenerli, a Trieste, servono circa 40 mila euro l’anno. Dico sembra perché in questa storia che sto raccontandovi ci sono tante incertezze. Sembra, per esempio che per mancanza di fondi i colibrì, che sono molto sensibili alle duifferenze climatiche, rischiassero di morire di freddo a causa di bollette non pagate. Sembra anche che fossero stati sfrattati e che sarebbero stati spediti, nel prossimi giorni, in Olanda, destinazione zoo locali. Nel viaggio, sembra, ne sarebbero morti la metà.
Ma questo viaggio non sarà fatto. E’ intervenuto il premier (questa è una certezza), avvertito da Vittorio Sgarbi (altra certezza) e col piglio del “ghe pensi mi”, ha dichiarato che se ne occuperà personalmente. Ha detto: “Li conosco bene i colibrì e so che sono importantissimi per l’impollinazione della foresta dell’Amazzonia. Ne ho diversi nella mia villa di Antigua e li sento cantare ogni mattina”.
Piccola parentesi. La villa di Antigua è quella ormai famosissima al centro delle polemiche a causa di un servizio di Milena Gabanelli per il quale il premier ha chiesto milioni di danni per risarcimento. Ma non voglio parlare di questo. La storia dei colibrì mi sembra più importante. Per esempio: li sente cantare ogni mattina? Ma ci va così spesso ad Antigua?
Interviene lo stesso Sgarbi, intervistato dal Tempo di Roma, per portare chiarezza. Scusi, ma che ne sa Berlusconi dei colibrì? chiede Fabrizio dell’Orefice a Sgarbi. «Sono nella sua villa ad Antigua. Li sente cantare ogni mattina». Ma se in quella villa dice di esserci stato una sola volta? , insiste testardo l’intervistatore. E Sgarbi: «Vero, infatti Berlusconi spiegava che li sente cantare nella cornetta quando telefona laggiù”. Ecco un’altra certezza. Secondo Sgarbi, Berlusconi ha un po’ esagerato. Non conosce così bene i colibrì. E il loro canto lo sente al cellulare.
Resta l’altro problema. Berlusconi sa che i colibrì sono importantissimi per l’impollinazione della foresta dell’Amazzonia. Ma non si chiede che cosa ci stiano a fare, quegli sfaccendati, a Trieste. A spese dello Stato. E’ intervenuta perfino la Lipu, che la protezione degli uccelli ha nella ragione sociale, a chiedere qualche chiarimento, insieme al Wwf. “Non possiamo che essere lieti dell’interessamento del Presidente Berlusconi sui 70 colibrì”, hanno messo nero su bianco Lipu e Wwf (malignamente hanno anche ricordato che il Centro per la salvaguardia del Colibrì è sotto sequestro dell’autorità giudiziaria). “Ma non possiamo che auspicare, dato l’impegno espresso per i colibrì, che il Presidente Berlusconi possa trovare modo ed attenzione per risolvere altre priorità della conservazione della natura visto che il drammatico taglio dei fondi del Ministero dell’Ambiente (-60% in meno di tre anni) sta condizionando il sostegno non solo al Centro colibrì di Trieste, ma di molte altre strutture che garantiscono il mantenimento e la conservazione dei numerosi animali selvatici”. E fanno anche i nomi, quelli della Lipu e del Wwf: aquile, falchi, lupi, orsi, tartarughe, cetacei che vivono in centri di accoglienza malamente finanziati.
I 70 colibrì hanno tutta la mia simpatia. Visto che ormai stanno in Italia, auspico che si faccia di tutto perché il loro soggiorno sia gradevole e spero che loro, in cambio, si adoperino per l’impollinazione delle prealpi giulie. Ma unisco la mia insignificante voce a quella autorevole della Lipu: vogliamo fare qualcosa anche per l’aquila e il falco? Ho un sogno. Domani compro i giornali e trovo una dichiarazione del premier: “Li conosco bene l’aquila e il falco. Me ne occuperò personalmente. Sono importantissimi per l’impollinazione della foresta dell’Amazzonia. Ne ho diversi nella mia villa ad Arcore. Mi telefonano tutte le mattine”.(csf)