Non posso intervenire sulle scelte di Di Pietro perché ho una remora nei suoi confronti che riguarda il motivo per cui abbia abbandonato la magistratura per dedicarsi alla politica in un momento in cui la sua carriera di magistrato era all’apice. Rivedo la scena di quando si toglie la toga davanti alle telecamere in modo plateale, quasi a voler lanciare un messaggio, un dispaccio in codice che ancora non è stato decifrato. perciò penco che anche Scilipoti sia un enigma dipietrista!
…e non conosceva Di Pietro. Guido Piovene (scrittore, nonchè giornalista del Corriere, grande amico di Montanelli) soleva dire, a proposito di un Tizio e i sui incidenti di percorso (coniugali): “Non sapeva coniugare l’imperfetto.” Doppio bingo. Anche in politica si può coniugare male. Capita sempre più spesso a Di Pietro. Amenochè per alcuni, l’imperfetto non diventi soggettivo.
Trovo le parole di De Magistris piu’ che condivisibili. Vista la reazione di Di Pietro, è evidente che è stato toccato un nervo scoperto. Se i parlamentari risultano cosi’ facilmente suscettibili alle sirene berlusconiane (senza cifre e offerte alla mano si puo’ dire poco), probabilmente un problema di selezione a monte c’è.
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