da Vincenzo Rocchino, Genova
“il Melone”, ovvero il federalismo fiscale, per molti comuni e regioni, sarà bianco e duro da digerire; per anni si è ostinatamente taciuto sui reali costi e cosa avrebbe realmente comportato; ora, a un passo dal vederlo attuato, giungono i primi segnali tutti per nulla rassicuranti: molte regioni con i comuni pressoché alla miseria per l’ effetto ICI, vedranno ulteriormente aggravarsi la loro situazione di cassa. Ove non si arrivasse alla bancarotta, i servizi subiranno ulteriori feroci tagli e aumenti stratosferici.
Il Sud è un cancro, complimenti!
Stucchi, dato che lo citi, potresti mettere il link ai dati di Ricolfi? Io me lo sono perso e lo leggerei volentieri
A volte sembra di trovarmi su un blog di tifo sportivo dove prevale l’esaltazione passionale. Avrei piacere discutere di fatti. Il federalismo? Bene, così che imparino tutti a gestire. Avete dati tanti soldi al sud? Sicuri di averli dati alla parte sana? Sull’attuazione del federalismo ho dubbi: – come garantire il rispetto dei parametri di Maastricht che vanno osservati dall’insieme dello stato, inclusi gli enti locali. – come mantenere la diversità delle cinque regioni speciali, in un sistema dove ogni Regione diverrà autonoma. – come definire il meccanismo dei costi standard, su cui è facile prevedere un’opposizione feroce da parte degli enti più spendaccioni. Insomma, non è facile uscirne, e credo resterà solo uno slogan dal furore ideologico al pari di quello calcistico.
A me sembra che la secessione sia un falso problema, perché ormai la dipendenza non è più da Roma ma dalla UE che già dispone di molte competenze in materia economica e che aumenteranno sempre di più. Il Federalismo è una necessità dal momento che gli stati nazionali andranno sempre più perdendo autonomia rispetto alla UE. Noi non ce ne accorgiamo ma già un buon 50% delle competenze nazionali sono passate all’UE. Perciò i nostri parlamentari sono in esubero e, non avendo altro da fare, complottano!
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