Capita spesso che qualcuno degli ascoltatori di “Un giorno da pecora” si lamenti delle scelte che io e Giorgio facciamo. Gli ospiti della trasmissione non sono graditi. Gli ascoltatori di destra non gradiscono gli ospiti di sinistra, gli ascoltatori di sinistra non gradiscono gli ospiti di destra. Le richieste sono perentorie: “Non invitate più Tizio, non date più la parola a Caio. Perché non invitate Sempronio che è molto intelligente e la pensa come me? Voi rendete simpatici degli stronzi e diventate loro complici”. Questo potrebbe essere normale in una trasmissione normale. Ma che senso ha in una trasmissione di satira? Vediamo le critiche.
Non bisogna rendere simpatiche delle persone stronze. Primo: chi decide se una persona è stronza? Secondo: chi decide se una persona è stata resa simpatica? Non sarà che quella persona, forse, non è stronza? Non sarà che non è vero, forse, che è stata resa simpatica? Oggi si tente a considerare importante (e quindi gradevole, accettabile e magari simpatico) chiunque appaia. A me questa sembra una stronzata. Se io invito una persona e questa persona ti appare simpatica vuol dire che questa persona molto probabilmente è simpatica. Oppure che tu non hai capito niente. Non sai “leggere” la trasmissione. Hai accettato la logica dell’occupazione dello spazio. E’ in televisione, è alla radio, quindi se lo merita, quindi è una persona positiva. Ma perché non fai un piccolo sforzo? Perché non cerchi di capire se questa persona ne esce bene o ne esce male? Prendiamo per esempio Domenico Scilipoti. La sua performance ad un giorno da pecora ha colpito gli operatori dell’informazione. E Scilipoti è finito al Tg7, al Tg2, ad Annozero, da Piroso, da Vianello, da Telese, a Striscia la notizia. Non fatemi fare i calcoli. Diciamo che a naso da 10 a 20 milioni di persone hanno visto il suo folle show. Positivo o negativo? A me pare perfino incredibile che se ne possa discutere. Quest’uomo ha contribuito a consentire a Berlusconi, da 16 anni in sella, di abbattere il tentativo di sfiducia del quale si parlava da mesi e si parlerà ancora per tanto tempo. Quest’uomo, proprio lui, quello che avete visto e ascoltato ad un giorno da pecora e replicato sui telegionali di tutti i canali, ha contribuito a cambiare la storia d’Italia. Era preferibile non sapere nulla di lui? Era meglio non vederlo? Era preferibile non rendersi conto della sua maniera di approcciare il mondo?
Questa è la satira. Forse mal fatta, se non è immediatamente fruibile. Ma il sistema è quello. Cuore metteva in copertina Craxi, non lo studente modello, non il bravo padre di famiglia. Gli faceva un favore o un dispetto? Vi sarebbe venuto in mente di chiedere a Cuore di parlare delle persone per bene invece che dei lestofanti?
Qualcuno potrebbe dirci che non ci riusciamo, che i nostri tentativi di far vedere i politici esattamente per quello che sono, di cancellare quella loro immagine sempre perfettina, sempre “lo facciamo per spitiro di servizio”, sempre “noi pensiamo al bene del Paese”, falliscono miseramente. Ma se milioni di persone hanno visto le immagini di Scilipoti ad “Un giorno da pecora” ritrasmesse dai telegiornali, non vuol dire che, almeno per questa volta, abbiamo ragione noi?
E smettetela di chiedere di parlare delle persone per bene. Non è il compito della satira, benfatta o malfatta che sia.