da Giorgio Goldoni
Succede nella islamizzanda Toscana: l’imam di Reggello è contrario al fatto che la figlia a scuola assorba nefaste influenze occidentali , tra le quali spicca la “musica”! L’Imam prima dell’ora di Educazione Musicale si reca alla scuola della figlia e le tappa le orecchie, salvo stappargliele alla fine della lezione, proteggendola dalle suaccennate influenze. Ci sarebbe da scompisciarsi: e le autorità scolastiche che ne pensano?
Che i buoni insegnamenti andrebbero seguiti: i genitori dei figli che seguono l’ora di religione dovrebbero prenderne esempio, senza contare che lì il pedofilo è sempre probabilmente in agguato.
Chissà. Magari l’Imam sente le voci.
Il livello della discussione scende, invece c’è un serio problema di mancata volontà di integrazione, tollerata. Anche i nostri emigrati erano attaccati alle tradizioni d’origine, ma mai si permettevano atteggiamenti di ostenta identità contrapposta. Questi tipi di immigrazione non vanno difesi, ogni pretesa supremazia religiosa va ridimensionata.
Oggi in Italia gli immigrati sfiorano i 5 milioni. La Lombardia ne ospita un quinto, un decimo il Lazio, segue Veneto e Emilia Romagna. La Toscana è più sotto. Fonte “Caritas e Migrantes”. La scuola ha affrontato il problema dell’inserimento degli alunni stranieri alla fine degli anni 80, quando l’afflusso migratorio è divenuto maggiore. Allora si parlava solo di “inserimento degli immigrati” e non comparivano indicazioni particolari. In seguito si invita a operare mediante “l’educazione interculturale” che pone il problema della convivenza tra culture diverse. Sostiene P. Figueroa che l’educazione interculturale deve avere due obiettivi: apertura e uguaglianza. Sono due obiettivi a volte conflittuali perché….
..realizzare una eguaglianza può significare perdere la varietà della diversità, mentre favorire la differenza culturale può comportare di limitare il valore della cultura del paese ospitante. In ogni caso, l’educazione interculturale può e deve agire su preconcetti e comportamenti spesso inevitabili in presenza di immigrati. Il caso di Reggello è tipico: la famiglia della ragazzina le impediva di frequentare la scuola per evitare l’ascolto della musica, nonostante l’imam di Firenze sostenesse che: «…la musica si interpreta in due modi. Può essere qualcosa di illecito e immorale, oppure uno strumento artistico positivo». La soluzione delle cuffie è stata quindi concordata dalla scuola con la famiglia per concedere alla ragazzina la frequenza. Appare…
.. Appare ovvio che gli studenti stranieri hanno diritto a essere accolti, rispettati e valorizzati su un piano di uguaglianza, ma sono chiamati a partecipare alla società che li ha accolti, condividendone regole e obiettivi. Tra i miei studenti, c’è una studentessa turca di religione islamica arrivata con “intercultura”. Si presenta dignitosa nell’aspetto, insomma fiera del suo essere, aperta alla conoscenze e disponibile all’apprendimento. Nessun problema quindi, si è integrata con facilità perché ha trovato un ambiente aperto ed accogliente; ed ho scoperto anche che, in laboratorio multimediale, mentre disegna al computer, si mette a vedere video musicali su internet.
Io penso che non sia eticamente corretto volersi recare in un paese straniero con il desiderio di rifarsi una vita, senza mettere nel conto la necessità di doversi integrare o per lo meno di rassegnarsi a tollerare nuove tradizioni. Senza integrazione e senza tolleranza si determinano ghetti e caos generale.
E se si trattasse semplicemente di un idiota? La maggior parte degli immigrati non fa certe stronzate. Comunque, non pensate che gli italiani all’estero siano invece esempi di integrazione per tutti. Per Goldoni, non sarebbe male se aggiungesse anche il link della notizia
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