Detto questo, piuttosto che al nosocomio andrei un attimino verso un nuovo modello di sviluppo che finora è stato chiuso nel cassetto e che non mancherà di liberarci dall’implementazione di lacci e lacciuoli nella misura in cui i comunisti e le toghe rosse non ribalteranno il voto del popolo sovrano. Ma anziché impalare povere parole incolpevoli, perché non si guarda all’ineluttabilità di un lessico minacciato dall’omologazione planetaria? Non è forse il restringersi del villaggio globale a rendere le parole tutte uguali e ripetute allo spasimo e destinate a rapido oblio, per essere sostituite da un globish che cancellerà ogni etimologia e ogni riferimento storico per ridursi a degli afasici tvttb e perkè nn 6 vnt I miss u my dolcissima 4ever?
Gianni, io impalerei chi usa certe locuzioni perché lo fa sulla scia di una moda, di un atteggiamento da pecore, che crede forse di appartenere a non so quale tribù: hai presente quelli che pronunciavano “un attimino”… a ogni piè di discorso? Ho in mente Palombella Rossa e il ceffone che Nanni Moretti sgancia alla giornalista che lo intervistava perché “chi parla male… pensa male”. Tutto qua.
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