da Paolo Beretta
Marchionne dice che senza l’Italia la Fiat andrebbe meglio. La CGIA di Mestre gli fa i conti in tasca e scopre che, tra il 1977 ed il 2009, la Fiat stessa ha ricevuto dallo Stato la ragguardevole sommetta di 7,6 miliardi di euro (si, miliardi, non milioni), pari a poco meno di 15,000 miliardi di vecchie lire, ossia circa 450 miliardi all’anno per trent’anni. Ma secondo Marchionne, la colpa è dell’Italia, mica della Duna. Parafrasando Santoro, una vera faccia da bicchiere.
Marchionne avrà anche la faccia da bicchiere ma nonno Ikea? Perchè dice che se continuiamo a rompergli le scatole se ne va dall’Italia con tutte le sue carabattole da montare? Non sarà che qui fare industria ma anche grande distribuzione è diventato un po’ troppo complicato? Ma tanto che ci frega, si decresce … e nonno Ikea và a fà la sauna. E poi ogni volta mi tocca mangiare le polpettine di Alce.
Per come la vedo io, la Fiat, che è una multinazionale, chiede all’Italia se è interessata ad avere una produzione industriale di automobili nel suo territorio a certe condizioni, peraltro accettate dalla maggioranza dei lavoratori Fiat. Ora l’Italia dovrebbe rispondere e mantenere l’impegno che si prende ma non potrà farlo, perchè? Perchè non è in grado, il sistema Italia, di tenere a bada le minoranze rissose che boicottano qualsiasi iniziativa (TAV, rigassificatori, centrali, rifiuti ecc. e anche Fiat) Di fronte a questa prospettiva, anche un abruzzese-canadese, per quanto ostinato, capisce l’antifona e trasloca.
da Vincenzo Rocchino
Caro Paolo, se si facessero due conti potremmo sapere “quanto della Fiat” è ancora proprietà degli Agnelli; se poi si aggiungesse al conto quanto è stato sborsato per la cassa integrazione – che è praticata da una vita – probabilmente avremmo la conferma che la Fiat ce la siamo pagata più di una volta!
Forse sarebbe il caso di dargli gli otto giorni.
Commenti chiusi.