da Lorenzo Bardelli, Roma
Oggi, come tutte le mattine, mi sono collegato al sito italy.indymedia.org. Invece della solita schermata mi è apparsa una pagina che informa l’utente della visita dell’FBI presso la sede statunitense e quella inglese di rackspace, l’azienda presso la quale risiedono i server che ospitano molti siti locali di indymedia, fra cui italy.indymedia.org. Gli agenti hanno richiesto il sequestro delle due macchine ed hanno preteso la consegna dei dischi, portandoseli quindi via senza ulteriori spiegazioni. (…) L’azione intrapresa dall’FBI ritengo sia particolarmente grave poichè colpisce direttamente le libertà di pensiero e informazione che in via strettamente teorica sono diritti fondamentali tutelati da tutte le costituzioni dei Paesi che si considerano civili. Per chi non l’avesse capito stiamo parlando di censura, l’invito a tutti è quello di seguire l’evolversi della vicenda dandone la maggiore risonanza possibile.P.S. Che sarebbe successo se i Carabinieri si fossero presentati alla redazione del Washington Post o del Corriere della Sera chiedendo il sequestro dei dischi dei redattori?
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